GENIUS LOCI - FABIO PELOSO - SABATO 20 MAGGIO 2023

“GENIUS LOCI”

FABIO PELOSO, artista che opera da lungo tempo nel campo della ricerca visiva, presenta una selezione di suoi lavori più recenti presso lo STUDIO ELISI.

Peloso è ben noto in città per aver esposto in mostre di rilievo, a partire da Un’altra Livorno che, su progetto del Centro Rosciano, fu realizzata nel 1978 presso la allora esistente e attiva Casa della Cultura, una mostra il cui scopo era quello di evidenziare la presenza attiva, in città, di artisti che operavano mediante modi e linguaggi altri rispetto a quelli propri della tradizione labronica.


Hanno scritto del suo lavoro Antonella Capitanio, Renato Barilli, Massimo Carboni, Giorgio Verzotti, Achille Bonito Oliva con il quale ha partecipato alle mostre “Avanguardia Transavanguardia”, “Critica ad Arte” e “Genius Loci” della quale fecero parte artisti internazionali che lavoravano sulle proprie tradizioni culturali. Negli ultimi anni l’artista ha ripreso la poetica degli inizi con esiti formali diversi, riutilizzando le decorazioni che solitamente vengono considerate di supporto o di sostegno all’immagine, elementi che per Peloso divengono invece altrettanti campi utili per l’esercizio della sua libera espressione pittorica.

Il lavoro che l’artista presenta ora presso lo Studio Elisi è accompagnato dal commento critico di Antonella Capitanio:

" Un pregiudizio consolidato porterebbe a dire “decorativo” il fare arte di Fabio Peloso: in realtà la decorazione è sì il suo soggetto, ma proprio per un ricercato rovesciamento dello storico rapporto tra la rappresentazione figurativa e la sua cornice aniconica. La selezione di opere scelte per questa mostra lo dice con chiarezza quasi didattica, partendo da una tela emulsionata del 1979 – in cui propone una delle formelle della fiorentina Loggia del Bigallo, sottraendone la figura del profeta e lasciando solo il compasso gotico che la contiene – per arrivare ai lavori attuali, dove estrapola frammenti di tarsie marmoree in rielaborazioni che lasciano ai bordi un riquadro bianco, a ricordare il loro essere parte integrante di un tutto assente. Una selezione che è testimone anche della fortuna critica dell’artista, visto che la prima opera venne subito esposta a Roma alla mostra “Memoriae”, la seconda nel 1981 alla Galleria Enzo Cannaviello di Milano e le ultime escono ora per la prima volta dal suo studio di Livorno: un paradosso per un artista che fu nel 1980 inserito da Achille Bonito Oliva nella epocale mostra “Genius Loci”.

Dall’iniziale nitido e reiterato riproporre antiche partiture decorative, che ha fatto associare il suo lavoro alla pattern painting teorizzata a metà degli anni Settanta negli Stati Uniti, Peloso è passato ora a una loro rappresentazione per così dire sfuggente, sostituendo alle campiture cromatiche compatte e rigorose una stesura pittorica che lascia volutamente traccia di sé e ai colori ripetitivi degli originali verde-rosso-bianco variazioni che vanno da accordi di ocre a quelli di azzurro/verde: e vedere accanto questi due modi di operare fa emergere come costante sia nel suo lavoro una sottesa visualizzazione del tempo, eterno e immutabile nelle certezze di ventenne, evanescente e fluttuante nella consapevolezza di chi da anni pratica la meditazione Zen.

  Antonella Capitanio "