IL MURO DI PAROLE - LORENA SIRENO - SABATO 16 NOVEMBRE

Sabato 16 NOVEMBRE 2024, con orario 10 – 20 no stop, nei locali dello Studio Elisi, Via Verdi 34A, Livorno, è presentato Il muro di parole di Lorena Sireno

LORENA SIRENO

Testo di Paolo Bottari

Lorena Sireno è artista che opera da sempre sul terreno, mai del tutto dissodato, della ricerca di linguaggi, di opportunità di relazioni umane e culturali, di esperienze da vivere, suggerire, condividere.

Di carattere schivo e determinato al tempo stesso, ha svolto il proprio lavoro artistico secondo modalità varie e diverse; a partire da ricerche di vocalità ha poi intrapreso le vie della pittura, della scultura, della installazione.

A questo lavoro di taglio per così dire “classico” ha poi intercalato operazioni di tipo relazionale, realizzate secondo modalità multimediali e con il coinvolgimento di persone talvolta direttamente interessate all’esercizio dell’arte, talvolta no. Ne ricordo alcune particolarmente rivelatrici degli intendimenti dell’artista, prima fra tutte  quella che fu denominata Viaggio in autoriflessione (1995), una impegnativa installazione, colorata e spiazzante, realizzata dall’artista su mezzi di trasporto pubblico della Città di Pisa, finalizzata ad evidenziare l’opportunità, anzi la necessità, che tali mezzi potessero divenire accessibili a tutti. La sua presenza attiva a bordo di un autobus, sostenuta dalla “musica” che l’amico Eugenio Sanna traeva dalla sua chitarra, apriva di fatto un dialogo, magari senza parole, con i viaggiatori stupiti nel vedere rappresentata una causa di natura sociale con i mezzi dell’arte.

Ricordo inoltre La pista dei sensibili, realizzata intorno al 2002 in un parco pubblico del quartiere pisano di Sant’Ermete, consistita nell’edificazione sul prato dedicato ai bambini di una sua opera-gioco in muratura – una sorta di circuito creativo – fruibile dai piccoli utenti, i quali avevano partecipato attivamente alla progettazione del manufatto.

Nel corso del 2009 l’artista progettò una serie di operazioni, che denominò Paesaggi utopici, la quale prevedeva, oltre al suo, interventi di altri artisti chiamati a piantumare arboscelli, a seminare parole, pensieri, gesti, azioni in terreni impropri o che comunque non fossero oggetto d’interessi edilizi o urbanistici: terreni concettualmente impervi sui quali fosse possibile fondare le premesse di un’altra condizione di vita nel cui contesto l’intelligenza, l’immaginazione, la gratuità potessero trovare cittadinanza.


Coadiuvata nella progettazione e nello svolgimento delle diverse tappe del lavoro dall’amico artista Gianluca Cupisti, Sireno intendeva promuovere – sono le sue parole – la “costruzione di piccoli ecosistemi sociali”: di modo che paesaggi dimenticati dalla civiltà del consumo, dell’apparenza e dell’edonismo potessero divenire, quanto meno, luoghi simbolici dell’utopia.

Più recentemente – siamo nel 2023 - Sireno intraprende, sempre in collaborazione con Cupisti, purtroppo scomparso in corso d’opera, un’altra avventura che potremmo definire visivo-comportamentale: Percorsi del limite. Il tema conduttore del lavoro, che dopo non riusciti tentativi di collocazione in una sede pubblica viene allestito e fruito nell’ampio studio dell’artista in Cascina, è quello della diversità, condizione non riferita al senso comune ad essa attribuito bensì alla necessità che ciascuno di noi intraprenda su se stesso un’indagine introspettiva che gli consenta di scoprire i tratti di una sua propria “diversità”. Nell’ambiente sono proiettati due video, l’uno sulla parete di fondo, l’altro sull’impiantito. Il primo mostra immagini dinamiche di occhi umani che emergono da una parete rocciosa grigia e corrosa e che in essa rientrano scomparendo; come vedremo il muro è immagine-concetto ricorrente nel lavoro dell’artista. Gli occhi che guardano chi li guarda, che cercano immagini nelle frazioni di tempo loro concesse, così come la parete che li comprende, lasciano di poi il campo ad una quieta distesa marina, che l’orizzonte divide dal cielo. E proprio all’orizzonte è attribuita la duplice funzione di limite e di varco nei confronti dell’infinito, ente al quale il cielo allude.
Il secondo video mostra l’immagine di un tratto di terreno petroso, accidentato che il visitatore è invitato a “percorrere”, così confrontandosi con le difficoltà e le insidie che virtualmente gli si presentano. E’ presente, al centro della sala, un grande cubo di cartone nel quale il visitatore, invitato a servirsi di una carrozzella, può entrare ed osservare il proprio volto in uno specchio; alla persona, una volta uscita, è richiesto di affiggere su una tavola un foglietto sul quale avrà scritto un proprio pensiero in merito all’esperienza vissuta.

Della multiforme attività dell’artista, volta alla condivisione di esperienze e di brani di vita creativa, ha fatto senza dubbio parte anche la cospicua serie di incontri da lei promossi e organizzati presso il suo Studio 149 di Cascina nel corso di almeno un ventennio. Operazioni quali Il pane ovvero l’arte di vivere e Visioni del mondo dall’arte – solo per citarne due fra le molte – hanno visto la presenza attiva di artisti di varia tendenza, di performer, attori di teatro, danzatori, poeti, musicisti. Recentemente il Comune di Cascina ha mostrato vivo interesse per l’attività svolta dallo Studio 149 ed ha promosso un partecipatissimo incontro presso la pubblica biblioteca alla scopo di ricostruire e documentare punto per punto le fasi di quell’attività che potremmo definire di cultura viva.

Quanto fin qui detto – e molto è stato tralasciato – non può e non deve porre in ombra il lavoro artistico individuale di Sireno, lavoro alla base del quale sussistono comunque le stesse tematiche delle operazioni relazionali e comportamentali descritte. La ricerca costante e sistematica di esperienze umane e artistiche da condividere nasce evidentemente dalla coscienza delle difficoltà, qualche volta insormontabili, che l’essere umano incontra nel momento in cui deve comunicare con l’altro da sé. Ora, il lavoro della nostra Lorena tratta proprio di quelle difficoltà e del tentativo di superarle con i mezzi e i modi dell’arte; superarle perché la comunicazione piena fra esseri umani mette a nudo la nostra diversità e, forse, la rende accettabile individualmente, collettivamente, reciprocamente: dire chi sono invita l’altro a dire chi è.

Sireno fa uso, nell’esecuzione delle sue opere, di elementi materici ricorrenti, talvolta costituiti da lettere alfabetiche, talaltra da segni autosignificanti; elementi, in certi lavori, disposti ordinatamente sul supporto o sulla parete (è il caso de La grande spirale);

in altri disposti per agglomerazioni, sovrapposizioni, interruzioni, come a voler rappresentare una difficoltà di rapporto fra significante e significato, una volontà di comunicazione incapace di realizzarsi appieno.

I materiali dai quali ogni elemento – lettera, segno – è costituito sono solitamente la gommapiuma, morbida e determinabile nella forma e il gesso, rigido e friabile, per certi versi non precisamente determinabile nell’aspetto e nella consistenza. L’elemento, nel quale le due materie convivono, si dà quale metafora della condizione umana: il gesso disseccato, che costringe, deforma, scherma e smalta la morbida gommapiuma, è l’apparenza che dissimula la nostra vera sostanza, è l’immagine esteriore dell’essere umano, costituzionalmente insicuro, non pienamente rivelato a se stesso e agli altri: ciò che ognuno di noi è.

Particolarmente significativa, nel senso ora delineato, è l’opera Il muro di parole, opera che è rimasta per anni esposta, a nostro monito, nello studio dell’artista e che ha già vissuto un’occasione espositiva presso lo Studio Gennai di Pisa. Sopra le facce di un parallelepipedo di grandi dimensioni trovano collocazione aggregazioni e disgregazioni di lettere alfabetiche tridimensionali che si presentano all’osservatore ora isolate, ora strettamente legate a formare parole o spezzoni di parole, frasi o spezzoni di frasi che visivamente s’incontrano, si scontrano, s’intersecano, si accumulano e compattano in aggregati talora portatori di significati, talaltra illeggibili; ora abitano ordinatamente i bordi e gli spigoli del muro, ora si ergono dalla sommità dello stesso o fuoriescono dalla superficie in virtù di aggetti; ora lettere e segni danno mostra di essere caduti in disordine, come a dimostrare una loro incapacità di significare. Nella particolare, diversificata, contraddittoria disposizione degli elementi sulle facce del poliedro sembra rivelarsi l’intendimento dell’artista di dare conto di una sua forte volontà di comunicare, che nel concetto stesso di muro trova al tempo stesso accoglienza e coscienza del limite: I materiali impiegati sono la gommapiuma e il gesso, tanto cari a Sireno per i motivi già detti.


Non può sfuggire, neppure all’osservatore artisticamente non provveduto, il senso enigmatico dell’opera, senso allusivo all’affannosa ma determinata ricerca di compimento di un che l’artista va pervicacemente esperendo, una ricerca che procede per via introversa ed estroversa, dalla quale l’essere umano non dovrebbe prescindere nel corso del tempo di vita a lui assegnato.


Molti altri lavori meriterebbero di essere prelevati dall’archivio di Sireno e studiati e commentati: Sedie sulle quali non si può sedere o perché posizionate in modo improprio o perché dotate di acuminati, insidiosi accessori; poetici Prototipi di sistemi ecologici realizzati in luoghi chiusi o aperti mediante terricci e vivai per erbe fresche in crescita; Forme umane di rete metallica, sorta di involucri-gabbia entro i quali s’indovina la presenza fantasmatica di un corpo e, forse, di un’anima; Teche in legno e vetro contenenti raccolte di semi, foglie, fiori delle più disparate, stupefacenti fogge.

E’ un mondo, quello di Lorena Sireno, suscitatore di sensazioni, pensieri, riflessioni; un mondo meritevole di essere conosciuto nella sua complessità, rivelatore di una propensione alla ricerca estetica ed esistenziale che, silenziosamente e senza la pretesa di indicazioni perentorie, suggerisce a tutti noi una difficile, necessaria via da percorrere al duplice fine della nostra propria individuazione e dello sviluppo di un rapporto fecondo con gli altri.