SONO USCITA FUORI - FLORIANA GEROSA - SABATO 19 LUGLIO 2025
Sono uscita fuori
L'Arte in Evoluzione di Floriana Gerosa
Floriana Gerosa -
Sono uscita fuori
Testo
di Anna Rita Chiocca
Floriana Gerosa compie i suoi studi umanistici a Milano, dove è nata, segue una scuola di grafica pubblicitaria a Firenze, quasi un ripiego. Negli anni novanta, effettua i suoi primi esperimenti plastici alla Fornace Curti a Milano, poi Carrara, Pietrasanta, le lezioni di disegno e pittura a Livorno e, ancora la ceramica a Faenza. Negli anni, ha verificato le sue pratiche sperimentando i modi di artisti in quel momento a lei affini che intravediamo in periodi differenti del suo operato: Marini, Moore, Fontana, Paladino.
Pertanto opere di piccole dimensioni lasciano spazio a sculture via via sempre più grandi. “Uscire fuori” vuol dire mostrarsi con il proprio bagaglio: attrezzi, opere quasi finite o finite, nuove soluzioni, nuovi materiali, esperimenti derivativi, confronti con i modelli, rotture, recuperi.
Negli ultimi anni, nel tentativo di trovare nuove strade si è avvalsa di ibridazioni tra materiali apparentemente inconciliabili alla ceramica: inserti spuri come metallo, marmo, terra grezza, materiali edili di recupero e recentemente anche il cemento. La materia grezza e il cemento si addicono ai nuovi tentativi di liberarsi dei limiti della scultura verticale, del manufatto ceramico da esposizione. Durante gli esperimenti sposta via via l’interesse dall’oggetto all’esperienza, dall’oggetto allo spazio, con tutte le problematiche e contraddizioni che comporta, per poi tornare all’oggetto, alla bella superficie e tradirlo di nuovo. Talvolta l’associazione tra materie produce oggetti sfuggenti. Lo è certamente un frammento di marmo di Carrara utilizzato a integrazione di un busto primitivista realizzato in cemento edile o una delicata ciotola in ceramica smaltata avvolta da una amalgama grezza di terra e colla vinilica, per arrivare ai recenti bassorilievi in cemento, privi di luce, illuminati da inserti vegetali dorati, relitti vari e ossidi.
In Sono uscita fuori, progetto specifico per lo Studio Elisi, si porta al seguito lo studio, inteso come apprendimento, verifiche e il cosiddetto tavolo da lavoro fatto di attrezzi, appunti, pannelli scultorei (né dipinti, né bassorilievi) e una forma scultorea orizzontale, Entropia.
E’ iniziato tutto lo scorso dicembre all’ Open Studio. Nell’invito una raccomandazione: portare in dono un oggetto per noi importante. Mi piace. Mi chiedo cosa ci voglia fare. Porto qualcosa. Comprendo immediatamente che con questa richiesta voglia spostare l’attenzione dall’oggetto all’esperienza, esponendo se stessa, i legami, il bisogno di comunicare idee, dubbi, difficoltà, trovare la propria strada lasciando in secondo piano gli oggetti verticali. E’ un passaggio importante per comprendere le relazioni con altri artisti, amici o maestri del passato, il centro di un sistema operativo oltre l’oggetto. Il materiale scelto, non estraneo all’arte plastica, è ancora il cemento. La scelta è pertinente. Il cemento scultoreo ha una storia importante nel Novecento, è precisamente lo scultore sardo naturalizzato statunitense Costantino Nivola (1911-1988) (Giuliana Altea, Costantino Nivola, Ilisso Edizioni, Nuoro, 2005) il primo a sperimentare nel 1950 i primi sand-cast: sculture in cemento attraverso la tecnica del sand-casting a cui l’artista arriva quasi per caso, giocando con i suoi figli sulla spiaggia di Springs. Nivola è tra i pochi scultori che hanno aggiunto una tecnica di esecuzione alla serie di quelle già esistenti, negli anni perfezionata e adattata all’esecuzione di grandi opere monumentali. Un suo capolavoro è certamente il bassorilievo per lo showroom Olivetti del 1953, a New York, a cui seguiranno numerosi progetti di arte pubblica, l’ultima è la Fontana sonora al Lavatoio di Ulassai, morirà l’anno successivo.
Entropia è un assemblage dei doni ricevuti all’Open Studio, lo scorso dicembre. La scultura è semplicemente distesa sul pavimento, niente piedistallo a separarla dal pavimento, è posata su un telo da lavoro edile su cui è stata realizzata. Gli oggetti giacciono sotto il magma cementizio, ricoperti da uno strato di gesso. Contrariamente alle operazioni solitamente attivate da Floriana, in cui il manufatto ha la sua centralità, in questa operazione il posto più importante è occupato dalla relazione tra le persone, tra le persone e le cose. La scrittura di piccoli racconti sottolinea la circolarità orizzontale delle dinamiche. C’è anche un pannello in cemento appoggiato ad una parete, forse in attesa di allestimento o appena tirato giù.
“Urina d’artista. Una vita fatta di specchi e di pensieri permeabili che oltrepassano un luogo protetto della mente e nascondono mondi occulti di te stesso. Segnali evanescenti che evidenziano il tuo stato di malessere grigio come malta e rigido come il ferro. Ma tu dove sei? Vuoi solo confonderti dentro un bosco di pioppi fitto di nebbia dietro linee sfocate che fanno apparire un finto paesaggio, sono solo punti che uniti tra loro danno vita ad una forma. Ma cosa c’è dentro?”
Ogni oggetto una storia, ogni personaggio una suggestione. Benché eseguita secondo l’immediatezza che il materiale richiede, l’esecuzione è accurata, pensata ma anche arruffata e lasciata al suo destino. La scultura attirata in basso sulla superficie del pavimento, al limite del bidimensionale, si dilata in esso negando la prospettiva, negando il monumento, privilegiando l’orizzontalità. Gli oggetti inghiottiti dal cemento sembrano nascondersi in una fessura o scappare dall’amalgama che li intrappola, degradarsi, arrendersi alla materia seguendo ognuno la proprio natura fisica: il ferro arrugginisce, la carta si disfa, altri perdono la loro connotazione formale. Il cromatismo freddo del cemento non è alterato da nessun pigmento, fatta eccezione un ossido distribuito casualmente lungo la linea di un cordino. Nessun tentativo di abbellimento ma qualcosa di pulsante e vivo. Ciò che conta sono le forme sommerse nel cemento: residui di memoria, piccole cose nascoste all’interno pronte a uscire fuori in qualunque momento.
Per approfondire:
https://www.finestresullarte.info/artisti/floriana-gerosa