MY LIFE EXPERIENCE - JOSEPHINE SASSU - SABATO 20 SETTEMBRE 2025
My Life Experience di Josephine Sassu
Sabato 20 settembre 2025, con orario 10 – 20 no stop, Studio Elisi propone
per la prima volta a Livorno “My Life Experience”, ultimo progetto sul tema
limite dell’esistenza di Josephine Sassu, a cura di Anna Rita Chiocca.
Testo di
Anna Rita Chiocca
Josephine Sassu fa
apparire facile ciò che non lo è per niente. Ogni nuovo progetto, variazione del
tema “limite dell’esistenza”, è un distacco dai canoni dell’utilitarismo
commerciale gerarchico dominante, alla cui piramide stanno l’umano-maschile, l’animale-utile,
il vegetale-giusto.
Sin dal suo esordio predilige
pratiche a bassa tecnologia, spesso inefficaci alla durata e combinate a
materiali inadatti alla conservazione dell’opera: pittura biodegradabile,
grafite, gessetti, carta velina, plastilina. Volutamente disinteressata ad
esibire capacità tecniche particolari, non predilige alcuna pratica e alcun
materiale specifico. Ultimamente ha scelto di autoritrarsi utilizzando un
dispositivo domestico come lo smartphone, una pratica a basso contenuto
estetico come il selfie e, per la
post-produzione, software non professionali.
Il dispositivo che nel
XXI secolo ha avuto l’impatto più significativo sull’autorappresentazione, e
automaticamente sui costumi, è certamente lo smartphone, connesso alla pratica
del selfie. Gli autoritratti che per
molti secoli hanno riguardato la rappresentazione degli artisti, oggi sono
pratica quotidiana. Secondo una leggenda, il primo autoritratto in assoluto è
opera di una donna: Iaia Cizico – una delle cinque pittrici ricordate nella Naturalis historia da Plinio il Vecchio -
che lo realizza rimirandosi nello specchio. Uno specchio è infatti anche il selfie, che ogni volta che tocchiamo il
vetro per magia ferma il tempo. Potremmo affermare che lo smartphone fa
coincidere, fondendoli in un unico oggetto e, di conseguenza, in una stessa
immagine ciò che per secoli era stato tenuto disgiunto: il dipinto e lo
specchio.[ “Lo Specchio di Anastasija. Filosofia del selfie”
pp.491-505 in Riccardo Falcinelli, Visus.
Storie del volto dall’antichità al selfie, Einaudi Stile Libero, Extra,
Torino, 2024.]
In quella che possiamo
definire una trilogia Se non posso
ritornare scimmia provo a diventare giardino 2022, My life experience 2023, Progetti
di massima per primavere future 2024 Sassu torna a tematiche già affrontate
in progetti passati come la connessione con la natura, il fallimento, il limite
della durata, riprendendo un genere già praticato: l’autoritratto.
Quella che
Sassu ripropone è un’immagine di sé frontale, ripetitiva, schedatoria, a
cambiare sono i ricordi evocati nella messa inscena, pescati da un carnet di elementi
accessori. Quando in Se non posso
ritornare scimmia provo a diventare giardino 2022 si associa al mondo
vegetale e si ritrae, ancora una volta, in posizione frontale, a certificare la
sua identità, come in una fototessera identificativa ma modificando leggermente
l’espressione. Esponendosi al giudizio ripropone la sequenza di Specchio delle mie brame 1999-2003 quando,
di volta in volta, si ritraeva con le fattezze di un animale antropomorfizzato,
rigorosamente in posizione frontale.
In My life experience 2023, un singolo ritratto frontale fa da base alla sequenza di immagini a doppia esposizione, dove il suo volto è soprapposto a ricordi, sogni, desideri, attraverso l’utilizzo di un software di fotoritocco semplicissimo come YouCam Perfect o Photo Layers. Il risultato è una sequenza di immagini evocative di momenti di vita, arte, studio e relazioni che restituiscono figure ibride.
In Progetti di massima per primavere future 2024 mobilitando i suoi animali totemici, restituisce mediante il trucco una somiglianza fisica evidente al partener animale con cui si ritrae: la zebra, il rospo. Richiama fragilità quotidiane, emozioni profonde, persino una maggiore teatralità.
Operando queste scelte
e in questa modalità, Sassu ribalta il luogo comune che descrive il “bravo
artista” come quell’essere straordinario, maschio, dotato di grande abilità
operativa, maestro nell’utilizzo di dispositivi particolari, trucchi e
artifici. Anche il titolo, parte integrante dell’opera, non è mai una
dichiarazione magniloquente, è spesso un ironico calembour, il racconto di
aspirazioni inconsuete, un tentativo di dare voce a chi voce non ha.
Allo Studio Elisi
propone una selezione della trilogia. I temi sono i limiti dell’esistenza in
una continua ricerca di sé, nel tentativo di connettersi ad una natura in
difficoltà rielaborando i momenti significativi della sua esperienza di donna,
artista, intellettuale mentre ricostruisce concettualmente il momento finale
della vita, - che, secondo il senso comune, è quell’attimo prima di morire nel
quale in una sola immagine, si svela un’esperienza intera, - e infine procedere
verso il futuro, aspirando a divenire giardino.
Come quando nel 1998 per Le nature del tempo, Parco dell’Arte Molineddu (SS), realizza Ritenta sarai più fortunato, la vanità come antidoto contro la morte, in un’azione performativa per rinascere aiuola. Dopo aver unto il corpo con creme profumate, smaltato le unghie, ritagliato stelline dal suo abito/sudario, ingoia alcuni semi di margherita e si stende all’interno di una fossa - preparata dall’artista Leonardo Boscani, che l’assiste - e si lascia seppellire nell’attesa di germogliare. Ai presenti vengono distribuite caramelle al limone.
Come quando nel 1998 per Le nature del tempo, Parco dell’Arte Molineddu (SS), realizza Ritenta sarai più fortunato, la vanità come antidoto contro la morte, in un’azione performativa per rinascere aiuola. Dopo aver unto il corpo con creme profumate, smaltato le unghie, ritagliato stelline dal suo abito/sudario, ingoia alcuni semi di margherita e si stende all’interno di una fossa - preparata dall’artista Leonardo Boscani, che l’assiste - e si lascia seppellire nell’attesa di germogliare. Ai presenti vengono distribuite caramelle al limone.
Tutta la carriera
artistica è un progetto unitario concepito come alleanza con altre creature,
tra organico e inorganico, ricerca del limite, scardinamento dei luoghi comuni,
rifiuto dell’idea della durata. Sin da subito affronta questioni legate alla
vita e la sua fine, al senso di fare arte ed essere artista, l’urgenza di connettersi
all’ecosistema animalizzando se stessa e umanizzando la natura. Esordisce con
l’installazione scultorea Affettuosi
Bacilli, segue Conquisteremo il mondo
1996 e nel 1997 La valle degli orti.
I piccoli esseri unicellulari sono in qualche modo degli autoritratti, ma il
salto avviene con Specchio delle mie
brame 1999-2003 nel quale disegnando a grafite su tela si rappresenta in
forma animale, accompagnando il ritratto con una dichiarazione che la rende dipendente dal giudizio
altrui e allo stesso tempo definisce i confini del suo Io. Inizialmente è uno
sciame di mosche su tele di pochi centimetri, Se non fossi fastidiosa come una mosca 1999, in seguito aumenta la
superficie disegnabile, fino a raggiungere la dimensione della sua altezza, così
da creare un bestiario di cinquanta animali, che di volta in volta
restituiscono qualità e difetti della sua personalità: Se fossi corazzata come un granchio, Se non fossi spensierata come una farfalla. In Se sono rose… 2004, una serie di cinque arazzi trapuntati, esprime la
commistione tra la possibilità comportamentale delle piante e le relazioni
parentali, convertendosi in forma vegetale. I fiori alter ego dell’artista sono
provvisti di capacità di linguaggio e pensiero autonomo: “Ti ignorerò” dice il
Narciso, “Ti indurrò” i germogli di ciliegio. La serie di animalizzazione e
umanizzazione si evolve nel 2006 aprendo a opere murali di grandi dimensioni.
Sassu come già detto rifiuta l’idea che un’opera duri nel tempo, anche in natura tutto muore e si trasforma. Così, inizia la serie Monumenti provvisori, opere destinate a finire, essere cancellate, che porta avanti sino al 2012.
Attenti
al leone 2007, a
carboncino e gessetti, è una lussureggiante foresta lungo le pareti del
corridoio d’ingresso del Musée Fesch di Ajaccio; al Man di Nuoro, E’ severamente vietato dare da Mangiare ai
coccodrilli 2008 riempie un intero piano del museo di piante carnivore,
coccodrilli, scarabei giganti realizzati a grafite su muro e disseminati tra le
opere della collezione permanente. Tutti i Monumenti
provvisori sono oggi scomparsi sotto uno strato di pittura. Alla Facoltà di
Lettere e Filosofia di Sassari, soltanto la burocrazia ha permesso a creature
mitologiche realizzate per il Dipartimento
di Antichità, una vita ulteriore di una decina d’anni. Oggi anche queste
sono state cancellate.
Sassu non predilige
alcuna pratica e alcun materiale. Dopo le sculture di stoffa, i disegni su tela
e le opere murali, quando realizza Nell’attesa
di avere qualcosa da dire 2013, nello Show Room del Liceo Artistico di
Sassari, evocando Federico da Montefeltro
di Piero della Francesca incarnato in un rinoceronte e la Venere di Botticelli in una maestosa megattera e, quando realizza per
la mostra Torno subito 2014, al L.E.M. di Sassari, animali
estinti o in via d’estinzione, sceglie la plastilina.
Quando per La Gioconda Errante, realizza Rarefatto 2015, evocando donne del paleolitico nella necessità di autorappresentazione e descrizione del proprio mondo e dipinge api all’interno di una grotta, ripropone la pittura murale affrontando l’estinzione degli impollinatori. Ancora pittura rupestre e fragilità ambientale, connesse tra loro, nel progetto Non ho tempo nel 2021, Tempio Pausania (SS), per Organica, Museo Ambientale Monte Limbara, dove dipinge sulle rocce di granito il suo parterre di animali utilizzando tempere totalmente degradabili e intrecciando ancora una volta il limite della vita con quello dell’arte, la connessione con una natura in difficoltà, aspirando a divenire giardino.
Quando per La Gioconda Errante, realizza Rarefatto 2015, evocando donne del paleolitico nella necessità di autorappresentazione e descrizione del proprio mondo e dipinge api all’interno di una grotta, ripropone la pittura murale affrontando l’estinzione degli impollinatori. Ancora pittura rupestre e fragilità ambientale, connesse tra loro, nel progetto Non ho tempo nel 2021, Tempio Pausania (SS), per Organica, Museo Ambientale Monte Limbara, dove dipinge sulle rocce di granito il suo parterre di animali utilizzando tempere totalmente degradabili e intrecciando ancora una volta il limite della vita con quello dell’arte, la connessione con una natura in difficoltà, aspirando a divenire giardino.
Per un approfondimento
critico/biografico consiglio la lettura di:
·
Giuliana
Altea, Marco Magnani Josephine Sassu,
Arte a palazzo Ducale, 1998
·
Giuliana
Altea, Marco Magnani, Divieto di sosta.
Ricerche artistiche negli anni ’90 in Sardegna, La Poligrafica Solinas,
Nuoro, 1999
·
Giuliana
Altea, Marco Magnani, Atlante. Geografia
e Storia della Giovane Arte Italiana, Giancarlo Politi Editore, 1999
·
Giannella
Demuro, Antonello Fresu A…Parole La
parola nella ricerca contemporanea dagli anni Novanta a oggi, in AA. VV. Del segno, del suono e della parola,
Edizioni Time in Jazz, 2003
·
Anna
Rita Chiocca, Se son rose,
Composita/Soter editrice, Nuoro, 2004
·
Anna
Rita Chiocca, Pietro Marino, Josephine
Sassu. E’ severamente vietato dare da mangiare ai coccodrilli, Museo Man
Nuoro, 2008
·
Anne
Alessandri, Josephine Sassu. Il coraggio
delle bestie; Sotera Fornaro, Monumenti
provvisori, Josephine Sassu, in AA. VV. Zebra
Crossing, Undici Artisti alla Facoltà di Lettere, Poliedro, 2009
·
Anna
Rita Chiocca, Minima curvatura (il tempo
come differenza), in AA.VV Marche Centro d’Arte, 5° edizione, Artificio
edizioni, Ascoli Piceno, 2015
·
Anna
Rita Chiocca, Rarefatto, La Gioconda
Errante, 2015
https://www.ziqqurat.org/n5/sassu.htm intervista
https://lagiocondaerrante.blogspot.com/2015/05/josephine-sassu.html Esposizione
on line Rarefatto
https://drive.google.com/file/d/0B4C5VcP_QmaaVnQxZHE4TzBXTXM/view?resourcekey=0-eg69K4ZnmAa0NWvEZMi9jw4 Catalogo Rarefatto PDF. La Gioconda Errante
https://www.youtube.com/watch?v=6BnAAjpmuZY video Non ho tempo. Organica