VANITAS, RIPRISTINO E SMANIA - YONEL HIDALGO PEREZ - SABATO 25 OTTOBRE 2025


Sabato 25 ottobre 2025, con orario 10 – 20 no stop, lo Studio Elisi propone 
Vanitas, ripristino e smania
di Yonel Hidalgo Pérez, a cura di Anna Rita Chiocca.

Yonel Hidalgo Pérez – Vanitas, ripristino e smania

Testo Anna Rita Chiocca 

Cos’è la realtà? Benché sia sempre nella nostra mente, la realtà è un concetto sfuggente. Gli oggetti che ne fanno parte consentono di rilevare alcuni aspetti del mondo che più ci appassionano e quando entriamo in una stanza li individuiamo sulla base dei nostri interessi e ricordi. Dato che gli oggetti rimandano sempre a ciò di cui sono fatti, all’esperienza degli esseri umani a cui sono appartenuti, anche quando non sono presenti, sono sempre connessi a noi che li immaginiamo, modifichiamo, ricordiamo. Ne deduciamo quindi che gli oggetti quotidiani con cui riempiamo le nostre vite non sono che incarnazioni di un dato modo di pensare e di vedere il mondo. Ogni cultura, società, epoca sono definite nella realtà fisica e spirituale dalle cose materiali che produce e lascia.


Yonel Hidalgo Peréz, si appropria degli oggetti della nostra società, li manipola, talvolta turbandoci, li ri-crea, nella volontà di rinnovare la visione consueta del mondo e di scoprire nuovi significati della realtà stessa.

Nasce a Las Tunas, Cuba, nel 1970. Si diploma come maestro di pittura e disegno nel 1989 presso l'Academia de Arte “Vicentina de la Torre” della stessa città. Negli anni successivi ha un incarico come curatore della programmazione culturale Galéria Municipal de Arte di Guaimaro, insegna per un periodo pittura presso l'Accademia dove si era diplomato, è disegnatore grafico per il Dipartimento di Stampa della Direzione Provinciale di Cultura di Camagüey e scenografo per la Compañia de Ballet di Camagüey. Dal 2003 vive in Italia, dove espone in progetti non convenzionali e in luoghi istituzionali come il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, Palazzo Lucarini Contemporary, Trevi (PG), Triennale di Milano.


A Livorno insegna pittura e disegno presso la Fondazione Trossi-Uberti. Fa parte del collettivo Cuicuocua.
Scrive Maurizio Coccia <<Giunto in Italia in età adulta, è stato costretto a ristrutturare il proprio habitat. Ancora oggi si confronta con i problemi di ordine semantico, formale, simbolico derivanti da questa situazione. Fatti concreti, quindi, che hanno a che fare con la quotidianità. Ma che influenzano anche la sua ispirazione. Non sempre in modo consapevole. A volte è il risultato di un'interiorizzazione spontanea. Una pratica di socializzazione che passa (anche) attraverso il suo fare arte.>>


Nonostante solitamente lo si pensi, l’arte non è il doppio della realtà, ma una serie di sue possibili versioni in altre sostanze, una traduzione, una continua verifica e aggiornamento di modelli e schemi di riferimento, differenti per luogo di provenienza, tradizioni, cultura. La realtà non è determinata una volta per tutte, ma è in continua trasformazione. Ancora Coccia <<L'artista non s'identifica più con il demiurgo, ma con l'etnografo. Non crea ex-novo, ma scopre i manufatti delle altre civiltà.>>

Proveniente da una formazione artistica realista, secondo la quale non è possibile prescindere dalla padronanza di una perfetta tecnica e, preso coscienza che il realismo è una convenzione codificata, una delle tante, Pérez parte dall’osservazione critica del quotidiano e si pone nuove domande sulla realtà, attuando una serie di verifiche: lo slittamento di senso di oggetti di uso comune, riflessione sullo statuto dell’arte e il ruolo del pubblico. Progetti dal titolo Restauración si succedono negli anni in cicli diversi e indagano il recupero della manualità quale atto di conservazione del sapere: Camouflage 2011 a Palazzo Lucarini, Trevi (PG), Lecciones de manualidad 2016 La Habana (Cuba).

Molti progetti nascono e si sviluppano nel coinvolgimento di altre persone. Per Ambienta 2017, promosso da Giacomo Zaganelli, Roccamare (Castiglion della Pescaia), coinvolge gli operai forestali nella Struttura dei Sentieri Mentali, mentre nell’installazione sonora Brother cuentame 2014, attiva un dialogo con il fratello, dal quale emerge una oramai avvenuta e sofferta distanza culturale. Talvolta accade che questo coinvolgimento relazionale avvenga, per motivi oggettivi, ad insaputa dell’altro, come quando recupera esercizi dal vero dall’archivio della Fondazione d'Arte Trossi-Uberti (dove insegna disegno e pittura).

Nel momento in cui un oggetto è divenuto ai suoi occhi un limite, una barriera invalicabile, questo è riportato allo stato di entità fisica, dalla condizione di opera d’arte o oggetto di design, a sostanza per opere relazionali. E’ il destino dei dipinti della sua fase giovanile, i ritratti dal vero realizzati durante la pandemia, i materiali d’archivio della scuola dove insegna, trattati tutti come materia. Poiché i modelli e gli schemi cambiano, l’arte retinica è indotta a transitare verso una spazialità scultorea e relazionale che allo Studio Elisi prende la forma di Desiderio concreto di stratificazione dello sguardo 2019 e Forme di tempo 2025.


In Desiderio concreto di stratificazione dello sguardo Pérez ri-utilizza una serie di tele dipinte, ridotte in quadrati e rettangoli più piccoli, sovrapposte l’una sull’altra e usate come unità da costruzione. Esposte a parete, in transito verso un’identità nuova, conservano ancora la memoria del dipinto che sono state. Come in Campionario 2014, quando aveva ridotto a materia scultorea alcuni suoi dipinti antecedenti il 1998, in un periodo in cui la pittura realista pareva ancora la via dell’arte. Le tele, tagliate in frammenti e inserite in cinque contenitori lignei, convertite in banali pezze di tessuto colorato perdono totalmente il realismo d’origine. Ciò che secondo il senso comune è un’opera d’arte: la pittura su tela, è qui trasformata in una sorta di campionario tessile da consultare.

Forme di tempo 2025, esposta per la prima volta, estremizza ulteriormente la transizione da retinico a spaziale. E’ formata da una serie cubi instabili, una sorta teoria di sculture minimaliste dalla superficie ingannevole allo sguardo e amputati di un angolo. Fabbricati per comprensione in casseforme con scarti di lavorazione del legno e acqua, non sono altro che cellulosa, la stessa materia della carta e del mobile su cui poggiano. L’opera nasce dall’osservazione del processo di alterazione di un foglio incollato ad un supporto, che si stacca sempre a partire da un angolo. Ancora una volta la verifica si effettua nel passaggio da bidimensionale a tridimensionale, da retinico a scultoreo, attivando relazioni e coinvolgimento del pubblico.

Gli oggetti rimandano sempre a ciò di cui sono fatti: il legno e i fogli per disegno alla cellulosa, le tele ai dipinti ad olio; i significati e i simboli si diramano in varie direzioni, per poi coagularsi in forme da rielaborare incessantemente, avviene che l’una evoca il quadro e l’altra il manifesto. Siccome, per un’estensione del pensiero sull’oggetto, la parte mancante è sempre connessa al suo tutto e l’identità personale e la coscienza non scompaiono se dall’intero si taglia una parte, a noi spetta il compito di rifare la realtà con ciò che resta.

Per un approfondimento critico/biografico:

Alain Cabrera Fernandez, Maurizio Coccia, Leziones de Manualidad. Yonel Hidalgo Pérez, Gli Ori, Pistoia 2017

https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/yonel-hidalgo-perez-stilleven-lo-prometido-es-deuda/

https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/camouflage/

https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/recupero-artwo-fuori-e-dentro-le-mura/

https://lagiocondaerrante.blogspot.com/2023/01/cuicuocua.html

https://www.fondazionetrossiuberti.org/news/conversazione-lartista-yonel-hidalgo-perez/