PAESAGGI, OMBRE E DEMONI GIAPPONESI - MARCO ACQUAFREDDA - SABATO 27 GENNAIO 2024


Sabato 27 gennaio 2024 le porte dello Studio Elisi si aprono al primo progetto espositivo del nuovo anno ospitando MARCO ACQUAFREDDA, artista originario di Siena, che opera da tempo nel campo della ricerca visiva.

PAESAGGI, OMBRE E DEMONI GIAPPONESI"
“MINUZIE, ISOLE, ARCIPELAGHI E TSUNAMI”

Non è mia intenzione “spiegare” il mio lavoro, ma raccontare alcuni dei processi che hanno permesso la loro realizzazione. Lavoro sul tema del paesaggio da diversi anni, ma è da sempre che in maniera più o meno cosciente mi muovo in spazi su cui lascio delle tracce, queste “verosimilmente” concordano con gli orizzonti delle mie tensioni più intime e nascoste e questo l’ho scoperto nel tempo con molta pratica ed esercizio.

I punti di vista dei miei paesaggi non sono riscontrabili in una realtà visibile, molti di loro si risolvono in atti che prevedono una relazione fisica che vede il toccare oggetti, materiali e superfici come necessaria relazione e come incontro con il senso più profondo del “raccontare storie”. Mi viene in mente spesso, per parlare della mia ricerca, di paragonarmi ad un neonato che per esplorare il mondo tocca, manipola e assaggia tutto quello su cui riesce a mettere mano.

Perché raccontare avvenimenti? Le storie celebrano lo stupefacente stato della vita: essere, morire, per poi rinascere ancora così come ogni idea, risolta o irrisolta che sia è un passo in avanti, un incedere inarrestabile verso luoghi sconosciuti. Solo al termine del processo comprendo come ogni mia scelta sia in realtà dettata da una lucida volontà trascendente che mi fa agire e scegliere quello che solo adesso, resa concretamente, potrà essere decifrabile con delle parole.



SICUMERA (PAESAGGI)
100 x 150 cm, 2001/2023, tecnica mista su tela preparata

Un orizzonte degli eventi è un concetto collegato ai buchi neri, una previsione teorica della relatività generale. È definito come la superficie limite oltre la quale nessun evento può influenzare un osservatore esterno. Un dipinto o un manufatto artistico in genere, mi piace pensare che sia un risultato di azioni e scelte più o meno consapevoli che avvengono fuori dallo stesso lavoro.

Questo mio recente dipinto nasconde sotto la sua superficie molti altri dipinti: è dopo un ventennio di delusioni e ripensamenti che ho deciso di concluderlo forzatamente lavorandoci in un'unica giornata e decretando così il suo stato definitivo.  Il titolo del lavoro si è presentato allora spontaneamente con una parola che non ho idea di dove posso aver sentito, non ero neanche sicuro significasse qualcosa.


Sicumera [si·cu·mè·ra] Atteggiamento scostante di presuntuosa superiorità

COME GLI DEI (OMBRE)
80 x 100 cm, 2023/2024
china su noci sbiancate (numero variabile), su lavagna sospesa da terra

Se disegno su oggetti reali ho pensato di poter “manipolare” la stessa realtà. Con questo pretenzioso presupposto ho ripercorso con dei segni tracciati da pennarelli a china delle asperità di gusci di noce che ho precedentemente rotto, mangiato, ricomposto e sbiancato con acqua ossigenata.

La noce è un piccolo oggetto, naturale e “domestico”, ma anche evocativo e simbolico, sono loro i contenitori di tesori in molte favole e leggende, talvolta in grado di proteggere da malattie e malocchio. Disegnare ombre tracciando con piccoli segni neri più o meno intensi o fitti è il desiderio di riscrivere giorno dopo giorno, ora dopo ora, momento dopo momento, le minime trasformazioni impercettibili del trascorrere del tempo.

Dopo ogni travagliata storia le noci disegnate sono abbandonate su di una lavagna, oscuro contenitore di ogni traccia possibile, offerte agli Dei. Gli spettatori saranno impossibilitati ad entrare in contatto fisicamente con le noci, distanti dalle loro sorti rimarranno in piedi ad osservare le noci sul piano, metafora di ogni vicenda umana, tracciata e da tracciare di trame inspiegabili e fugaci come ombre. 

ombra [óm·bra] L’oscurità più o meno intensa prodotta in una regione dello spazio da un corpo opaco esposto alla luce


COONTINUUM (DEMONI GIAPPONESI)
mute di serpente plastificate, disegno a china su pellicole per laminazione, dimensioni variabili, max. 400 cm ca. 

Ho raccolto, con l’aiuto di un’allieva, le mute del pitone Pina. Per due anni ho plastificato i resti del rettile per conservare le fragili spoglie schiacciate e contorte dai movimenti dell’animale nell’atto di togliersele di dosso, solo successivamente ho “raccordato” una di seguito all’altra le mute ricreando così l’immagine di un animale fantastico. Trovato il modello ho ricalcato le trasparenti mute su entrambe le facce interne di fogli in plastica per laminature ripercorrendo più volte il percorso dell’animale dalla testa alla coda e in senso contrario. La lenta plastificazione tra un foglio e il successivo ha “fissato” definitivamente il lavoro a china moltiplicando il segno in un percorso nervoso e confuso, ma paradossalmente preciso e puntuale nella descrizione della natura del serpente, ora divenuto doppio. 

Continuum Nel l. filos. e scient., continuo, con riferimento a tutto ciò che non presenta interruzione della continuità

I due serpenti speculari ricordano iconograficamente i serpenti “Agatodemoni” (da Agathos Daimon, in greco antico: ἀγαθός δαίμων, traducibile in "demone buono") degli Affreschi Pompeiani, dalle grandi dimensioni e dallo straordinario realismo delle squame, simbolo di prosperità e buon auspicio.  Ho associato il titolo al lontano Giappone per l’analogia grafica, ma soprattutto come riferimento alla visione estetica del Wabi Sabi, la concezione estetica orientale fondata sull’accettazione della transitorietà e dell’imperfezione avvenuta durante il “difficile” passaggio tecnico della plastificazione, dove in ogni momento il lavoro poteva essere distrutto o comunque rovinato irreversibilmente. Di ogni errore, esitazione o imperfezione è rimasta traccia, ma sono queste a rendere unico e irrepetibile ogni momento vissuto, gioia o dolore che sia.

Testo a cura di Marco Acquafredda - gennaio 2024



MARCO ACQUAFREDDA
Nasce a Siena nel 1977. La sua formazione artistica inizia all’Istituto d’Arte di Siena, per poi proseguire all’ Accademia di Firenze nella sezione di Pittura del Prof. G.Ulivi e del Prof. A.Granchi. Dal 2006 si è dedicato alla didattica di materie artistiche in vari ordini di scuola continuando la sua ricerca artistica. I suoi lavori si sviluppano da un dialogo con la natura e dal rapporto con la realtà con lavori “ciclici “o “seriali” indagando sui nessi visibili e invisibili che intercorrono tra uomo, spirito e materia mantenendo costante la ricerca di codici narrativi multidisciplinari. 

Marco Acquafredda (studio)
Casciano di Murlo, Via della Bandita 1, 53016 (SI)