∞ OGGI ∞ - L'INFINITO E LA STORIA - MAURO ANDREANI E PAOLO BOTTARI - SABATO 25 MAGGIO 2024

MAURO ANDREANI e PAOLO BOTTARI allo STUDIO ELISI

Lo Studio Elisi apre per l’intera giornata di SABATO 25 MAGGIO per presentare 

∞ OGGI ∞ - L’Infinito e la Storia di Mauro Andreani e Paolo Bottari

Il lavoro consiste in una videoperformance e fa parte del progetto TRILOGIA POPOLARE, realizzato dai due autori nel corso degli ultimi tredici anni mediante operazioni e azioni multimediali svolte in luoghi vari e diversi, dalle gallerie d’arte ai liberi spazi urbani.

Nel corso della giornata – alle ore 11 ed alle ore 18 – avrà luogo la presentazione del libro

TRILOGIA POPOLARE – UN BILANCIO

recentemente edito, con il quale viene dato conto dell’ideologia del progetto nonché dell’attività svolta dagli autori dal 2011 a tutto il 2023. Del libro, non in vendita, è riservato un limitato quantitativo per il pubblico dello Studio Elisi.

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TRILOGIA POPOLARE - UN BILANCIO - 2011-2023

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 ∞ oggi ∞

Il lavoro, ultimo in ordine cronologico dell’operazione L’Infinito e la Storia, è costituito da una videoperformance nella quale appaiono immagini proprie della vita individuale e collettiva quale si svolge nel contesto dell’attuale fase storico-culturale (oggi).
Alla visione dei luoghi e dei non-luoghi propri dei grandi agglomerati urbani congestionati da traffico e traffici, cemento e movide si alternano tratti del costume individuale imperante per jogging, fitness, tattoo e quant’altro; immagini di giochi e svaghi di massa, sfilate di moda e code ai supermercati convivono con altre che mostrano pubblicità di farmaci, allevamenti intensivi di animali, videogiochi per guerre virtuali, esibizioni di trappers.

Si tratta certo di modalità esistenziali e coesistenziali che implicano l’esasperata ricerca di soddisfacimento di bisogni creati ad arte, la cui sussistenza invita a stornare il pensiero da quanto di problematico, di drammatico è nel mondo: la solitudine, la miseria, la fame, la violenza, la guerra. Sono infatti presenti nel video immagini che invitano a riflettere su questi aspetti oscuri, tragici della condizione umana in rapporto alle mille e mille occasioni di distrazione che ne impediscono l’attenta,  preoccupata considerazione.

Nel contesto del video Andreani  intrattiene un proprio drammatico, interrogativo rapporto con parole - la parola è un mezzo di espressione tutto umano - che osserva, legge, valuta e infine annulla, evidentemente ritenendole incapaci di contribuire alla formulazione di un discorso compiuto.

Bottari dà conto della propria posizione riguardo alla situazione attuale dell’individuo e del mondo; una posizione che corrisponde alla ricerca di un (impossibile?) equilibrio fra coraggio e paura e che offre a chi guarda una (ipotetica?) possibilità di scelta.

Da sottolineare che le azioni visivo-comportamentali di Andreani e Bottari, seppure ricomprese nel contesto del video, sono esiti della ricerca da essi esperita indipendentemente dai fatti e dalle immagini di cui il video dà conto, fatti e immagini che costituiscono il ponte attraverso il quale l’opera/comportamento possa entrare in proficuo rapporto con lo “spettatore” (potenziale fruitore). Ciò risponde all’ideologia del progetto TRILOGIA POPOLARE, del quale l’operazione L’Infinito e la Storia fa parte e della cui realizzazione – avvenuta mediante tre operazioni (Tespi, L’Infinito e la Storia, Stelle del Varietà) attuate per venticinque azioni lungo tredici anni – gli autori danno conto nel libro:

TRILOGIA POPOLARE (un bilancio) – 2011/2023

recentemente edito e che verrà presentato nel corso della giornata di Sabato 25 maggio 2024. 

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TRILOGIA POPOLARE è un’operazione artistico-culturale ideata, progettata e realizzata da Mauro Andreani e Paolo Bottari – Artisti Paralleli. Essa nasce con il fine dichiarato di promuovere una riflessione intorno ad una duplice incapacità: quella dell’arte contemporanea, nelle sue diverse forme e modalità espressive – non escluse quelle riconducibili al comportamento e dunque immateriali ed effimere – di assolvere alla funzione comunicativa che le è propria; quella della comunità, alla quale il “messaggio” artistico è in qualche modo indirizzato, che solitamente e salvo eccezioni non riesce a relazionarsi con l’opera, ad indagarne e comprenderne il senso, a considerarne la stessa esistenza come elemento di stimolo per la comune crescita culturale e umana. Nonostante che la frequentazione dei luoghi e delle occasioni in cui il “prodotto” dell’attività artistica viene ostentato appaia nel tempo attuale in costante crescita quantitativa, pare agli autori che il solco tra l’arte e il mondo reale, già presente da oltre un secolo sulla scena culturale, si vada approfondendo in modo progressivo e inarrestabile. Quello che da lungo tempo viene percepito e definito come un preoccupante fenomeno di incomprensione si è insomma, recentemente, trasformato in una catastrofe comunicativa nel cui contesto le parti in causa, pur esercitandosi nella finzione dell’incontro-confronto, restano irrimediabilmente separate e distanti a causa dei loro (apparentemente) divergenti interessi.




TRILOGIA POPOLARE evidenzia dunque la necessità di un impegno dell’artista stesso a sottoporre ad esame cause ed effetti della condizione di incomunicabilità che caratterizza il rapporto fra l’opera e la gente; il termine “gente” è stato deliberatamente scelto in luogo di “pubblico” perché non già al solo pubblico dell’arte, bensì alla collettività nel suo complesso è rivolta l’attenzione degli autori di questo progetto.

L’auspicato impegno dell’artista, peraltro, non dovrebbe limitarsi all’analisi del fenomeno d’incomprensione più volte richiamato, invece dovrebbe più attivamente tradursi nella sperimentazione di modalità di presentazione dell’opera atte, se non a rimuovere, almeno a ricondurre entro ragionevoli limiti tale negativa condizione, nella convinzione che ciò sia di beneficio tanto allo sviluppo della ricerca artistica quanto a quello della società nel cui ambito, spesso ma erroneamente avvertita come un corpo estraneo, essa si attua. L’arte non è e non può essere considerata un’attività specialistica devoluta a specialisti. I frutti di essa non possono e non debbono confluire nel bottino di pochi privilegiati cultori in grado di decodificarli perché tutti hanno il sacrosanto diritto-dovere di usufruirne appieno, da essi non potendo che trarre beneficio. Il potenziale incommensurabile di immaginazione, metodo, utopia, fantasia, idee che la ricerca artistica è in grado di rappresentare, proporre e talvolta erogare è patrimonio da porre in comune.

Gli strumenti che fino ad oggi sono stati ritenuti – e per certi versi lo sono o potrebbero esserlo – utili per la promozione e lo sviluppo di un rapporto fecondo e organico tra l’arte e il fruitore sono noti. La critica d’arte, le politiche culturali, il mercato non sono tuttavia riusciti ad assolvere sino in fondo il proprio compito di mediazione tra diverse esigenze conoscitive, culturali, sociali; anzi, talvolta hanno contribuito all’approfondimento del solco. E’ questa una valutazione critica che non riguarda ovviamente il nostro solo paese bensì, più in generale, un intero mondo in avanzata fase di globalizzazione.




Ritenuti dunque necessari ma non sufficienti i tradizionali mezzi d’interpretazione e divulgazione dell’opera, TRILOGIA POPOLARE ipotizza l’invenzione di nuovi mezzi per lo sviluppo del rapporto opera-fruitore. Tali mezzi sono da ricercare ed attivare nel presupposto della sostanziale identità dei temi e dei problemi propri della comune avventura dell’esistenza. E’ infatti opinione degli autori che la condizione di incomunicabilità in atto, almeno per la quota di “colpa” da ascrivere all’opera, discenda dalla forma di essa, forma che nell’arte comportamentale può definirsi modo, e non già dal suo contenuto, il quale s’identifica generalmente con i problemi, gli interrogativi, i timori, le ansie, le speranze che la vita stessa pone ad ogni essere umano pensante ancorché non artista.

La novità del progetto, che appunto riconosce la responsabilità della forma/modo quale concausa – insieme ad un indubbio deficit di interesse, preparazione e sensibilità culturale della gente – della incomunicabilità, consiste nell’ipotizzare metodologie di presentazione dell’opera le quali, senza scalfirne né orientarne la forma/modo, interagiscano fortemente con essa in maniera ed al fine di agevolare il processo di decodificazione del “messaggio”. Dall’intervento condizionante sulla forma non potrebbe infatti che pervenirci un ridicolo simulacro dell’opera, come già si è veduto accadere in contesti socio-politici nei cui ambiti le libere necessità dell’espressione artistica individuale venivano subordinate a necessità di altro genere, per lo più di tipo ideologico o celebrativo; rischio, questo, ben presente agli autori del progetto, i quali considerano elemento fondamentale e caratterizzante di TRILOGIA POPOLARE l’indisponibilità assoluta dell’artista ad intervenire direttamente sull’opera per adattarne la forma/modo alle pur impellenti necessità di comunicazione delineate.

Sembra invece utile compiere intorno all’opera ed in rapporto stringente con essa un lavoro che per modalità comportamentali, richiami di esperienze individuali e collettive, tentativi di suscitamento di sensazioni, sentimenti, reminiscenze, evocazione di luoghi comuni, accadimenti sociali, eventi storici, riesca ad attivare nel pubblico il vivo desiderio di rapportarsi liberamente e proficuamente con l’opera stessa. Può essere, questo nascente desiderio di relazione, la prima tappa di un percorso di acquisizione della consapevolezza che l’opera è nata e vive traendo alimento e senso dalle sostanze contenute nelle profondità di un comune terreno. 

Livorno 9 maggio 2024