EX HUMUS - STEFANIA PUNTAROLI - SABATO 29 GIUGNO 2024

Sabato 29 giugno 2024, con orario 10 – 20 no stop, nei locali dello Studio Elisi, Via verdi 34A, Livorno, è presentato Ex humus dell'artista Stefania Puntaroli a cura di Anna Rita Chiocca

Ex humus
Testo di Anna Rita Chiocca

Recentemente Stefania Puntaroli ha pubblicato Fantastika. Il libro è una selezione ragionata dei progetti dell’artista a partire da Creatures 1995, per arrivare ad includere le opere presentate in Ex Humus, esposizione pensata per lo Studio Elisi, ultima di una successione di mostre realizzate negli ultimi mesi attorno a concetti cari all’artista. Introdotto da un testo critico di Valerio Dehò, ha come contrappunto esemplificativo riflessioni su progettazione, ideazione delle opere della stessa Puntaroli combinate con estratti da testi critici che hanno accompagnato il lavoro negli anni.

Ci incontriamo a Villa Caruso Bellosguardo, dove ha in corso la mostra Coclea, per fissare alcuni concetti per Ex humus e decidere quali opere esporre. Mi illustra lavori allestiti, realizziamo dei selfie allo specchio frattale esposto nello splendido giardino, facciamo considerazioni sull’arte, parliamo dei lavori e subito viene fuori la sua personalità esuberante. Stefania Puntaroli ha il dono di attivare negli interlocutori una certa leggerezza, una curiosità giocosa capace di ricollegare essere umano e natura, mondo esterno e interiorità pronta a tradursi in riflessioni sull’esistenza. In tutti i progetti che siano disegni, performance, azioni relazionali, sperimentazioni plastiche l’attrazione per il mostruoso degli esordi, l’interesse per la natura, le più recenti affiliazioni scientifiche vengono continuamente mescolati al fine di dare forma ad una realtà dai confini sfrangiati.

<<Per me creare è come meditare… Trasformare parti della natura in microcosmi fantastici è la cosa che mi rende più felice.>>

Dopo gli studi all’Accademia d’arte di Firenze e una specializzazione in incisione alla Scuola internazionale per la grafica d’arte Il Bisonte realizza una serie di progetti i cui soggetti sono creature fantastiche, figure nate dall’inconscio più profondo che irrompono nell’arte nella forma del mostruoso. Nella serie Malocchiosauri 1996, gli innocui mostri realizzati con matite colorate e ecoline sono il prodotto dell’assemblaggio di animali differenti; in Abissus 2006, le creature sono piccole entità provenienti da lontani mondi subacquei, in Changing eyes 2007, ci troviamo al cospetto di piccoli freak costituiti da un solo grande occhio.

Tratto raffinato nel disegno, capacità tecnica indubbia non le impediscono negli anni successivi di esplorare altri territori, discostandosi da questi soggetti per entrare direttamente in zone più complesse del perturbante. Dopo una serie di esperienze tradizionali nella grafica, incontri con artisti che praticano medium differenti, progetti residenziali in diversi paesi i suoi interessi si ampliano alla performance, alle azioni relazionali a cui somma tecniche e materiali inusuali. Mescola i medium, amplia la sua immaginazione senza schemi.

<<Inizio a scrivere, disegnare e poi sopraggiunge la necessità di indossare i dipinti e portarli in viaggio: nasce la necessità di creare e far vivere un’opera anche fuori dal suo contesto usuale. In alcune delle mie performance c’è l’assoluto desiderio di dipingermi addosso, assaporare la pittura sulla mia pelle, come se il supporto cartaceo non bastasse più…>>

A partire da un opera del 2011 Book fractal, olio, bitume, plastica su tela e Primo libro F1 grafite su carta ha origine Frattali, un progetto in progress sostenuto dall’idea che tutto è correlato secondo uno schema matematico. Si affida alla progressione di Fibonacci e alla teoria geometrica frattale per la quale un oggetto geometrico si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, nella certezza di un tutto globale nel quale l’infinitamente piccolo si relaziona all’infinitamente grande secondo uno schema di crescita rassicurante nonostante un caos creativo assolutamente incontrollabile, aperto a differenti pratiche, sperimentazioni di materiali e medium. La teoria scientifica permette all’artista di muoversi tra le varie pratiche con disinvoltura ed esprimere connessione tra immaginazione e realtà, dando all’immaginazione uno spazio infinito. I mondi Frattali prendono corpo nei disegni, dalle azioni performative, nelle sculture. Tra i materiali utilizzati ad un certo punto entra in gioco la Brassica oleracea italica conosciuta come broccolo romano. Questo vegetale rappresenta perfettamente in natura la teoria frattale, ogni sua forma si ripete allo stesso modo su scale diverse, ogni singola rosetta del broccolo ha la forma di un intero broccolo. Utilizzato da Stefania come matrice per incisioni, per stampi, come soggetto fotografico o come struttura di partenza per altre sculture, nelle performance, nelle azioni relazionali è forma da cui far nascere tutte le altre forme. Frattali sono anche i rami di larice intrecciati o le carte veline disegnate a china, a penna, a filo da cucito dei Legami fino alle stoffe sepolte di Legami frattali esposte per la prima volta in questa mostra.

Ex humus è uno degli infiniti punti di vista sull’universo frattale in progress costruito dall’artista. Stefania restituisce nello spazio dello Studio Elisi opere sul rapporto di seduzione che la natura esercita sull’essere umano contemporaneo. E’ l’inizio di un viaggio verso la conoscenza interiore guardando all’universo tutto. Il mezzo utilizzato è l’ideazione fuori dagli schemi propria dell’invenzione attraverso l’utilizzo di materiali più vari. La carta velina usata nella sartoria, come imballaggio per alimenti nella serie Legami è supporto per i disegni frattali a penna, filo da cucito, china, pittura metallica; il chewing gum combinato al glitter è utilizzato come materiale plastico per dare forma ai micro mondi Happy fractal; combinazioni ibride tra frammenti di minerali e calchi di broccolo romanesco realizzati con cera d’api o ceramica costituiscono la serie Mineral fractal


Per certi versi, il lavoro più dark è Legami frattali. Privi di guida, Stefania ci conduce ancora nei luoghi più profondi del sentire senza fare ricorso alla rappresentazione e alle pratiche tradizionali. Una decina di anni fa ha sepolto in una foresta pezze di stoffa, foulard. Sotto terra li ha lasciati macerare. Recuperati in tempi diversi, nei loro vari stadi di degrado, li ha sistemati ciascuno a seconda della loro condizione: alcuni in scatole di cartone con rami di larice, altri sospesi come sindoni. Tutti restituiti come spoglie.

Materia, spazio e tempo si uniscono per dare forma a un Ex humus originario, ben lontano dal giocoso perturbante dell’innocuo mondo fantastico. La terra non serve per modellare ceramica, per incamiciare sculture, la terra è quella da cui muoviamo, a cui torneremo.